Il primo incontro dell’ottobre missionario 2020 ha visto Brunetta Salvarani, responsabile dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi di Carpi, come ospite dell’incontro delle Animatrici Missionarie di martedì 29 settembre.

Annunciare il Vangelo come prospettiva missionaria, oggi vede l’urgenza di scoprire e valorizzare nuove attenzioni per la cura della casa comune, nell’ottica che il Papa, con la sua Enciclica Laudato si’, ha voluto darci. Linea guida di questo anno pastorale, l’Enciclica, data la sua ricchezza di spunti, andrebbe meditata quotidianamente e concretizzata in un progetto di vita che non si conclude e deve per forza rivestirsi di “nuovo”. Illustrando schematicamente la struttura della Lettera, Brunetta fa notare che nei primi due capitoli emerge la necessità del “cambiamento”, il tre e il quattro portano ad una profonda “riflessione” e gli ultimi due capitoli esortano con determinazione “all’agire”. Il Dialogo tra le religioni è la chiave di volta che sorregge le basi della messa in atto del cambiamento.  Tutte le religioni sono attente alle tematiche che riguardano il bene condiviso che è la nostra terra. Da qui deriva la necessità di una ecologia integrale che comprenda gli aspetti sociali, politici, economici e religiosi per salvare il nostro pianeta, con sollecitudine, perché il tempo a disposizione è poco.

Ascoltare il grido della terra implica accorgersi che questo è connesso al grido dei poveri. Lo sfruttamento della terra, da parte nostra, implica il coinvolgimento di una larga fetta di persone che sono nella povertà.

Il riscaldamento globale, causato dai paesi ricchi, ha forti ripercussioni sui paesi pavori. I rifiuti tossici ed inquinanti che vengono esportati nei paesi “spazzatura” è un comportamento colpevole. Anche il debito estero diventa uno strumento che accentua la disparità nel mondo.

Il Creato è il punto in comune tra tutti gli esseri viventi, per questo lo è anche di tutte le religioni. La celebrazione della giornata a livello internazionale è nata in casa ortodossa. Questo dovrebbe essere uno sprone per pregare ed agire insieme tra ortodossi, protestanti, cristiani.

La Bibbia ci parla del modo in cui Dio ha generato il creato, è il suo amore che trabocca nella creazione, da qui la necessità di prendersene cura. L’uomo non può rivestire il ruolo si signore-sovrano della terra, sfruttarla a suo piacimento. L’antropocentrismo dispotico non è certo scritto nella Bibbia! L’uomo deve essere “ministro”, come un intermediario a cui Dio ha affidato l’amministrazione della natura. Il riposo del settimo giorno è anche per il bue e l’asino, per tutte le creature, perché nel progetto dell’amore di Dio, ogni creatura ha il significato di essere dono del Padre in una comunione universale. Occorre pertanto prendersi cura dei fratelli e sorelle più fragili.  Il Papa ci esorta ad andare avanti con fiducia e speranza, sottolinea Brunetta e ci fa notare che non ci dobbiamo sentire soli. La strada del cambiamento è urgente, la prospettiva a cui guardare è quella globale. Dobbiamo essere interconnessi e concordi a livello mondiale.

In definitiva dobbiamo spostarci dall’antropocentrismo per mettere al centro la terra, esserne custodi, recuperare la vocazione ad una esistenza “virtuosa”, attuare una vera “conversione ecologica” e realizzarla nel quotidiano. Nella famiglia si gettano le basi dell’educazione ecologica che significa valorizzare la bellezza, chiedere per piacere o permesso, dire grazie, dominare l’aggressività, l’avidità ed avere rispetto per le persone e le cose. Dalla famiglia poi si esce negli ambienti di lavoro, nelle parrocchie e così via.

Francesco ci insegna ad avere uno sguardo di contemplazione verso la natura, lui che chiamava fratello e sorella ogni creatura, incarna la perfetta relazione di sobrietà con il creato: guardare il mondo come comunione universale. Solo così il nostro cuore potrà essere “pieno” di pace e gioia.

 

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