Una ventina di anni fa ci si trovava in parrocchia per fare alcuni lavori di manutenzione, si dipin-gevano gli usci o gli infissi, si sistemavano ambienti, venivano eseguiti dai parrocchiani diversi lavoretti.

Era un sabato mattina, in primavera, si stava sistemando il tetto della canonica di sinistra, venivano smosse le tegole per renderle più stabili; tra le tante tegole ne furono individuate due sulle quali antichi muratori avevano inciso due date: 1599 su una e 1788 sull’altra. Per evitare che andassero rotte o perdute, le portai a casa, ripromettendomi di riconsegnarle alla parrocchia in un tempo più appropriato.

Sono due date molto importanti perchè ci dicono che la nostra “chiesa madre” era lì da quasi cinque secoli (si ritiene che la sua costruzione sia iniziata a partire dal 1574); sono trascorsi quattro-centoventi anni dal 1599 e duecentoventi anni dal 1799.

Due date molto importanti: la prima il 1599 cade nel corso delle “guerre di religione” che insan-guinarono l’Europa cristiana dalla metà alla fine del millecinquecento, vedendo contrapposti i cattolici ed i protestanti (ugonotti) con l’esplosione di una violenza atroce da entrambe le parti, una violenza che arrivò a causare migliaia di morti. Il 1599 seguì l’importante evento dell’anno prima in cui fu sancito l’Editto di Nantes col quale, per arrivare alla fine delle violenze venivano riconosciuti alcuni diritti alle minoranze ugonotte; l’Editto fu poi revocato, causando la ripresa delle violenze che si conclusero solo poco prima della Rivoluzione Francese.

Si trattò di eventi che se oggi sono del tutto improponibili, in quel periodo sconvolsero tutta l’Europa, coinvolgendo anche la nostra regione, arrivando a Modena ed anche nella nostra Carpi.

La data del 1788 ci riporta all’anno prima della Rivoluzione Francese, quando, secondo i principi dell’Illuminismo, la religione cattolica avrebbe dovuto essere estirpata, con l’abolizione spesso vio-lenta di moltissimi ordini religiosi e secolari, l’abbattimento, la chiusura di centinaia di chiese o la trasformazione delle stesse in caserme, magazzini o scuole. 

Oggi trascorsi tanti secoli, vediamo che i protagonisti di quei sanguinosi eventi, i monarchi che han-no combattuto le “guerre di religione” nel XVI° secolo, i rivoluzionari francesi che seguirono Napoleone nei suoi deliri di onnipotenza dalla fine del XVIII° all’inizio del XIX° secolo, sono scomparsi, rimanendo relegati agli studi degli storici, ma la nostra bella chiesa di Quartirolo è ancora lì, ristrutturata, irrobustita, abbellita, pronta da accoglierci, nella speranza che anche tutti noi fedeli entriamo da lei ristrutturati, irrobustiti, abbelliti nella nostra fede.

Roberto Riccò

 

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